martedì 14 settembre 2010

Scorci critici di F.Ruinetti su Piero Paoli


sull'opera di

PIERO PAOLI

L’arte, nelle pitture di Piero Paoli, assume il ruolo di capitale della libertà, dove le figurazioni, opera per opera, interpretano la continuità di uno stile subito identificabile in una sorprendente quanto felice originalità. Il mondo diventa più grande, perché la realtà si arricchisce con delle fughe improvvise e coerenti nei cieli dell’immaginazione, perché certi accenni simbolici, inserti allusivi o anche solo armonie cromatiche, musicali panneggi che si muovono nell’aria, aprono le porte degli stupori, che avevamo abbandonati, più o meno lontano, nei giorni delle prime età.
L’imprevedibile si realizza nei quadri di questo artista. Ad esempio assistiamo al trascorrere a mezz’aria di una fanciulla non soggetta all’obbligo della gravità. Ci passa davanti, non si cura di noi che siamo di fronte, continua ad attraversare il campo della sua fiaba. Quella giovane è sempre, cioè in tutti i dipinti, longilinea, ha portamento naturalmente elegante, è un’apparizione nella campagna aperta, in uno scorcio, come in un lampo, della mente. I colori sono vividi. I gialli, i verdi, rossi, rosa, tutti rimbalzano per i loro scarti e contrasti, sono netti, quasi non appesantiti dal filtro dell’aria.
Sulle scene delle opere vediamo disseminati oggetti e riferimenti vari, che fanno gli episodi sempre vivi ed aperti, così come non si spegne l’enigma della presenza femminile splendente di giovinezza, vicina ma indifferente, forse trovata e perduta, mai dimenticata.
Quei colori dei mattini sereni e dei ricordi di quando eravamo nel giardino dell’adolescenza, contagiano luce, fanno essere il breve tempo più leggero.
(Franco Ruinetti)