L'opera selezionata per questa settimana è dell'artista Pierluigi Macorig:
domenica 31 gennaio 2016
sabato 30 gennaio 2016
Ricordi (in ordine sparso) dal Premio Fighille2015 (10)
venerdì 29 gennaio 2016
Ricordi (in ordine sparso) dal Premio Fighille2015 (9)
giovedì 28 gennaio 2016
Segnalazioni d'arte (171) - Margherita d'argento - Cesena
mercoledì 27 gennaio 2016
Come passeri sperduti....nel Giorno della Memoria
Come passeri sperduti by Andrea Ciresola |
Oggi è il GIORNO della MEMORIA, la giornata internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno in commemorazione delle vittime dell'Olocausto.
Per celebrare questa ricorrenza proponiamo questa splendida opera che l'artista Andrea Ciresola, nel 2014 fra i protagonisti del Premio Fighille, ha realizzato per la copertina di un libro in uscita proprio in questi giorni dal titolo "Come passeri sperduti". Il libro, opera di Paola Dalli Cani ed edito da Cierre, racconta l'esperienza di un giovane imprigionato nel lager ed è nato dalla necessità di conservare e divulgare la testimonianza di
una tragedia che rischia l'oblio con la morte degli ultimi
sopravvissuti.
la copertina del libro |
Cosi' l'autore Andrea Ciresola ci spiega l'immagine che ha realizzato per la copertina del libro:
"Se
è vero che ognuno vede quello che sa, la grafica di “Come passeri
sperduti” ha l’ambizione di tradurre la ferocia dei sentimenti umani in
segni inequivocabili.
Privi di ambiguità.
E’ la possibilità che ci offre la vista: cogliere una realtà aumentata, fuori dall’ordinario, mentre la parola scritta è qui doverosamente costretta a muoversi nel recinto della Verità.
Il disegno, come una grande promessa di libertà, gioca con il compito di sfondare i limiti della Storia per entrare in quelli dell’immaginario collettivo.
Ecco allora che il giogo in legno del burattino diventa una svastica, gli spaghi destinati a correggere i movimenti sono le sbarre della prigione… infine, la vertigine dell’orrore ha trasformato il filo spinato in una curiosa altalena.
Purtroppo per molti, ieri come oggi, la tragedia è stata solo un gioco di cui non hanno capito la devastante portata per l’umanità.
E questa altalena ne è la tragica allegoria."
Privi di ambiguità.
E’ la possibilità che ci offre la vista: cogliere una realtà aumentata, fuori dall’ordinario, mentre la parola scritta è qui doverosamente costretta a muoversi nel recinto della Verità.
Il disegno, come una grande promessa di libertà, gioca con il compito di sfondare i limiti della Storia per entrare in quelli dell’immaginario collettivo.
Ecco allora che il giogo in legno del burattino diventa una svastica, gli spaghi destinati a correggere i movimenti sono le sbarre della prigione… infine, la vertigine dell’orrore ha trasformato il filo spinato in una curiosa altalena.
Purtroppo per molti, ieri come oggi, la tragedia è stata solo un gioco di cui non hanno capito la devastante portata per l’umanità.
E questa altalena ne è la tragica allegoria."
Una lettura assolutamente consigliata.
martedì 26 gennaio 2016
Ricordi (in ordine sparso) dal Premio Fighille2015 (8)
lunedì 25 gennaio 2016
Gli spilli di maneglia (178)
Un raggio di luce nel buio italiano: arrivano i primi licenziamenti per i "furbetti-assenteisti" del Comune di Sanremo. Forse in Italia c'è ancora speranza...almeno fino al primo ricorso con reintegro coatto !
domenica 24 gennaio 2016
sabato 23 gennaio 2016
Gli 80 anni di un maestro: Mario Massolo (3)
Alle porte di San Marino
A casa di Mario Massolo
Nel 2003, dopo
il successo della mostra di Guerrino Bardeggia al Santuario di
Petriolo, decidemmo di ripetere l’iniziativa presso la
Dogana Pontificia in modo da cominciare ad utilizzarne gli spazi ad uso
espositivo. Sull’artista da invitare non ci furono dubbi.
Scegliemmo
Mario Massolo, artista notissimo a Fighille per aver partecipato al
concorso di pittura fin dalle prime edizioni, vincendo più volte.
Un
legame particolare lo univa al nostro paese in cui ha sempre trovato
grande accoglienza, tanto che si è perso il conto delle famiglie del
luogo che possiedono almeno una sua opera.
Pur
conoscendolo bene da tanto tempo, l’occasione fu buona per andare a
trovarlo a casa, dove lavorava. Dovevamo definire i vari dettagli
dell’organizzazione della mostra e volevamo parlare del museo che stava
nascendo.
Mario ci accoglie nella sua bella villetta sulle colline a due passi da San Marino. E’ il primo pomeriggio di una domenica di fine inverno quando arriviamo.
Franco
Ruinetti era già li’ ad aspettarci. Con lui ci immergiamo nel mondo dei
colori, unici, di Massolo. Nella grande sala decine e decine di opere
appoggiate una sull’altra alle pareti. Tutte schedate e catalogate
secondo quel rigido sistema a cui Massolo si attiene da sempre.
Dipingendo solo ed esclusivamente “en plain air”, raramente in studio,
ogni sua opera reca la data e il luogo ove è stata realizzata. Di tutte
le sue opere reca la riproduzione fotografica, anche di quelle vendute.
In questo caso ha annotato anche il nominativo dell’acquirente in modo
che le opere possano sempre essere rintracciate.
Passiamo
più di un’ora seduti sul divano a guardare le tavole che, una dopo
l’altra, Mario monta in cornice e poi sul cavalletto, dandocene una
descrizione di massima. E’ un bello spettacolo, taluni pezzi sono
autentici capolavori a cominciare dai paesaggi sotto la neve o dalle
fioriture dei ciliegi.
Fra
le tante ne selezionammo insieme oltre 50 da portare in primavera a
Fighille in modo da poter dare al pubblico una visione più ampia
possibile dell’arte di Massolo.
In attesa del caffè il discorso cadde sul museo che stava nascendo a Fighille.
Conosceva bene la cosa perché avevamo avuto modo di parlarne insieme qualche mese prima al concorso.
Ci eravamo lasciati con l’impegno di riparlarne in occasione della nostra visita e così fu.
Franco prese la parola: “Sta nascendo un museo a Fighille ma, senza un Massolo, mi sembra che manchi qualcosa…….”.
Mario non lo fece neanche finire: “Voi
sapete dell’amicizia che mi lega da anni ad Americo e quanto sono
legato al vostro paese. Vi ho anche detto più volte che ormai da anni
non partecipo più ad alcun concorso di pittura, faccio solo mostre.
Fighille è l’unica eccezione, una felice eccezione a cui mi onoro di
partecipare. Per tutti questi motivi per me è un grande piacere aderire
al vostro progetto del museo e, ne sono più che convinto, avrete in
pochi anni una collezione di enorme valore. Facciamo così, in occasione
della mostra di primavera sceglierete l’opera che preferite.”
La
cosa ci fece immenso piacere e il resto del pomeriggio se ne volò via
rapidamente in vari discorsi sull’organizzazione del museo e sulle
caratteristiche degli spazi.
Ci salutammo che era ormai buio e nel salire in auto ci dammo appuntamento al mese successivo a Fighille.
Tornammo a casa soddisfatti.
Un
altro tassello importante e a cui tenevamo molto era stato messo.
Massolo non era un nome qualsiasi. A Fighille aveva fatto la storia del
concorso, era notissimo fra la gente ed averlo nella collezione era per
noi veramente fondamentale.
La
mostra di aprile fu un clamoroso successo, quasi da tutto esaurito. Per
fortuna avevamo individuato fin dal primo giorno l’opera che ci piaceva
per il museo e la mettemmo fuori listino.
Fu così che il 27 aprile 2003 Massolo donò al museo l’opera "Grandi ciliegi in fiore a Casale di Cesena".
Negli anni successivi Massolo donerà anche una seconda ed una terza opera. Una di queste è particolarmente
significativa in quanto relativa all’area dei vecchi capanni agricoli di
fronte alla Chiesa, oggi ristrutturati dalla Parrocchia in
collaborazione con la Pro Loco.
Il Massolo di Giuma |
Auguri Mario !
Gli 80 anni di un maestro: Mario Massolo (2)
MASSOLO VISTO DA RUINETTI
La realtà è trasposta sulle tele
e si rivede subito con piacere, ma su essa opera la memoria e prende forma il
dato emozionale, controllato, come sospeso nell’attesa. Il risultato è quello
di una visione pacata, conseguente al desiderio di uscire da sé (tempo più o
meno breve, qualche inavvertito battere di palpebre oppure raccoglimento
profondo in una preghiera) per superare
le brume delle pene che appesantiscono il cammino e volare nella luce della
libertà. I dipinti allora hanno le note delle stagioni, continuano il lamento
del mare a Belluria nei giorni grigi di freddo, sono musica sull’onda della
collina. Rappresentano la realtà, ma questo non è lo scopo. Al proposito
vengono alla mente le parole di Goethe: basta che un artista scelga un soggetto
perché esso non appartenga più alla natura.
Mario Massolo dipinge dal vero. Non inventa né le vedute, né se stesso. Come una volta. La sincerità e la ricerca impongono l’abbandono delle comodità. Lo si può trovare nel bollore della calura oppure nel mezzo dei mattini più rigidi. L’algore dell’inverno o il sole che, calato all’orizzonte, lascia il crepuscolo, prima diventano sensazioni, poi si vestono di colori.Pittura extraurbana. In genere è così, non con intenti polemici o contestatari, ma per l’esigenza di disperdersi e riconoscersi nella natura, nei suoi elementi, di sentirsi partecipe dell’Assoluto. Quadri dalle superfici contenute e medie. Ognuno di essi significa compiutamente un ritratto spirituale dell’autore. Pittura monotematica. Anche questo è quasi vero. Rare, infatti, le nature morte, non frequenti i ritratti e le figure umane. Su una tela grande, anche per questo è un’eccezione, campeggia sua moglie. Realizzata con piani di luce, con linee essenziali, riferita col pennello in termini plastici, è fusione tra concetti di spazio e poesia. Tali lavori sono ulteriore testimonianza, se ce ne fosse bisogno, della sua preparazione che ha avuto inizio negli anni della scuola, che, si può affermare, non ha saltato un giorno e cresce intesa all’impossibile soddisfazione.
I suoi colori sono la voce
dell’anima. Non si trovano in commercio. Li prepara con collanti e
componenti naturali che seleziona scrupolosamente per accordarli alla propria
sensibilità. Pittura contemporaneamente
popolare e colta. Il linguaggio figurativo si
qualifica per una sintassi universale. Il talento, però, pur
rispettandolo, sa andare oltre il vero oggettivo, benché sia difficile, come
dichiara Renoir, stabilire “le point où doit s’arrêter dans un tableau
l’imitation de la nature”. Sono scorci del mondo
dell’esperienza comune, quasi familiari e amichevoli; subito stabiliscono
rapporti interiori e la bellezza sembra facile.
acquatinta |
In effetti il pensiero ed il
sentire, detti con parole chiare e piane, possono essere trasmessi fino alle
più profonde vibrazioni per coinvolgere ed evadere da quella grande prigione
che per Enzo Ferrari era la vita. Nei quadri di questo artista, dai colori
sicuri, dagli impasti ora densi, ora ariosi, che intonano levità poetiche e
trascendenza, c’è anche tenace attaccamento alla realtà. Non può sfuggire la
sensualità di certi rossi che declinano verso il rosa o il forte legame con la
natura di quel verde screziato, marcio, che si dissolve in altre cromie.
Quadri che raccontano la vigna
d’autunno, la quale ha nelle foglie bagliori di fiamme e l’agonia del giallo,
le nevicate che distendono sulle colline lo stupore del silenzio, i casolari
montani, idilli della nostra solitudine. Propongono talvolta grigiori di cieli,
prati dalle mescolanze stemperate nel velo del bianco o del marrone, accensioni
e sfibrature di luci calcinate, forse improbabili nella ripetizione speculare,
ma avvertite nell’equilibrio dell’insieme, per dare forma e colore alla quiete
nel sorriso nella malinconia.
Il forno di Fighille (1982) |
E c’è anche del simbolismo sui
generis in questi dipinti, prezioso e sfuggente nelle distese dei panorami che
aprono i segreti delle meditazioni. Effettuando per un attimo una visione
laterale e radente delle opere si può intuire un altro motivo. Sulla superficie
dei campi, sui fianchi dei monti, tra le fronde dei pioppi, nelle quali i vari
colori si attutiscono per la lontananza, trascorre come un fremito appena
percettibile, un soffio leggero d’oro o d’argento. Nell’iconografia
tradizionale, in particolar modo nel medioevo, certi splendori esaltano la
spiritualità. Mario Massolo intende ovunque, nel canto della luce e nei recessi
dell’ombra, nel cielo come nella nuda terra, i significati del sacro.
(Franco Ruinetti)
Gli 80 anni di un maestro: Mario Massolo (1)
Oggi è un giorno importante per un artista a cui la nostra associazione e il nostro paese è molto legato: Mario Massolo compie 80 anni !
Nel fargli i nostri migliori auguri gli dedichiamo questa pagina che riassume i passi piu' importanti di una carriera artistica lunga e prestigiosa che, in vari frangenti, si è anche, felicemente, incrociata con Fighille.
Originario di Casale Monferrato (Alessandria), vive da anni a Coriano in Emilia Romagna. Nel 1972 ha fondato col pittore Ivo Casadei la scuola serale di pittura “I Pittori della Strada” di Coriano che attualmente dirige. Nel 1976 ha partecipato su invito all’esposizione ufficiale dei pittori italiani nella ricorrenza del Columbus Day a New York.
Mario Massolo al lavoro in "plein-air" a Fighille |
Sue opere figurano in importanti raccolte pubbliche e private in Italia,
Francia, Germania, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Svezia,
Portogallo, Polonia, Canada, Venezuela, Stati Uniti d’America, Gran
Bretagna ed in alcune chiese italiane.
Ha allestito innumerevoli mostre personali in Italia e inoltre ha esposto all’estero al Graziani Center ed al 20th Century Art from Italy di New York. Una importante personale si è svolta al Merril Chease Center di Boston.
In Venezuela ha esposto a Caracas, Maracaibo e Valencia.
Ha allestito innumerevoli mostre personali in Italia e inoltre ha esposto all’estero al Graziani Center ed al 20th Century Art from Italy di New York. Una importante personale si è svolta al Merril Chease Center di Boston.
In Venezuela ha esposto a Caracas, Maracaibo e Valencia.
MASSOLO E FIGHILLE
Massolo ha partecipato al concorso di pittura di Fighille fin dalle edizioni dei primi anni '80 ottenendo il massimo riconoscimento per ben 4 volte.
Si è perso il conto delle famiglie del luogo che possiedono almeno una sua opera. Assieme a Bardeggia e Rinaldini puo' essere annoverato fra i padri fondatori del piccolomuseo di Fighille che accoglie ben 3 sue opere.
La donazione al piccolomuseo di Fighille del 2011 |
La donazione al piccolomuseo di Fighille del 2011 |
Nel
2003 il piccolomuseo ospita una sua mostra personale che riscuote un
clamoroso successo di pubblico. Sempre a Fighille, nello stesso anno, partecipa alla collettiva "Pennelli per il Kenya" ricevendo il premio per la massima quotazione raggiunta all'asta finale di beneficienza.
Nel 2011 è fra gli artisti selezionati per la Via Crucis Fighille-Santuario di Petriolo. Realizza la II stazione inerente la “Gesù’ è caricato sulla croce” oggi conservata presso la Chiesa di San Michele Arcangelo in Fighille.
Massolo durante la sua mostra al piccolomuseo di Fighille (2003) |
Massolo premiato a Fighille (metà anni '80) |
Nel 2011 è fra gli artisti selezionati per la Via Crucis Fighille-Santuario di Petriolo. Realizza la II stazione inerente la “Gesù’ è caricato sulla croce” oggi conservata presso la Chiesa di San Michele Arcangelo in Fighille.
Massolo "tratteggiato" da Agostino Marchetti |
Auguri Mario !
venerdì 22 gennaio 2016
Mario Argenti - Pittore Intimista
Proponiamo questo bel testo che il prof. Franco Ruinetti ha dedicato all'artista Mario Argenti di Sansepolcro.
MARIO ARGENTI
PITTORE INTIMISTA
PITTORE INTIMISTA
Sono a Sansepolcro, nello studio di Mario Argenti e una tavoletta di brevi dimensioni, simile ad una predella d'altare, mi chiama con insistenza. E' un paesaggio in cui la vista si perde oltre l'orizzonte. La prendo. Ho nelle mani l'infinito dello spazio e del silenzio, della dolcezza e della malinconia. L'ora crepuscolare è l'ultimo alito del giorno, l'estrema sponda in equilibrio tra la vita terrena e l'eterna, l'enigma, la poesia. Sembra che la luce della sera cerchi con ostinazione di resistere alla necessità di precipitare nel gorgo della notte. Il tramonto, realmente vissuto e rappresentato con il linguaggio dell'arte è anche uno stato d'animo sospeso nello scenario solenne del creato.
Lungo il Tevere - olio su cartone (2004) |
Rosso di sera - pastelli su cartone (1989) |
Ogni quadro di Argenti, non importa di quali
dimensioni, in quanto l'arte non si valuta col metro, rappresenta un incontro,
un abbraccio o rapporto di immedesimazione con la realtà. E' fedele al vero,
senza tentennamenti o tentativi nei rischi dell'astratto. Esprime una decisa
personalità nel vigore dei timbri cromatici, nella fluidità del segno. In
quegli scorci di paese, come nelle canzoni distese delle campagne si avverte
una nota di magia soffusa, i colori si caricano di risonanze nuove, profonde,
mentre si spandono nell'aria lenti i rintocchi della solitudine.
M'ha fatto piacere passare un'ora con Mario Argenti e
con i suoi dipinti. Le vicende della vita e la lontananza ci hanno separato per
qualche anno. Avrei voluto dirgli quanto apprezzo i suoi lavori, ma non sono
riuscito ad imbastire un discorso organico al proposito perché è persona
riservata, schiva le lodi. Li ho soltanto definiti belli, che è un aggettivo
generico e consumato dall'uso.
Il lampione (1995) |
Prima di salutarci m'ha dato una monografia bene
impostata, con molte fotografie e numerosi testi critici. Ce n'è uno a firma
del professore Franco Polcri, già sindaco di Sansepolcro, il quale, tra
l'altro, afferma che nelle opere di questo artista “si avverte un'ispirazione
pacata, dove emergono i segnali di storie e di episodi intimamente vissuti (al
lago, lungo il mare, nella campagna solare e armonica della Toscana e
dell'Umbria), espressi con sincerità e immediatezza, con l'incantamento, la
solarità e la sensualità di quegli artisti e poeti che dalla fine
dell'Ottocento aprirono la strada a un'arte nuova..."
Franco Ruinetti
giovedì 21 gennaio 2016
Ricordi (in ordine sparso) dal Premio Fighille2015 (7)
mercoledì 20 gennaio 2016
Ricordi (in ordine sparso) dal Premio Fighille2015 (6)
martedì 19 gennaio 2016
Ricordi (in ordine sparso) dal Premio Fighille2015 (5)
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